Approvata la Regolamentazione sull’utilizzo di suoni generati elettronicamente negli organi a canne

Uno degli obiettivi prioritari dell’A.I.O.  è sempre stato, tra gli altri, quello di garantire un futuro ed una dignità alla professione degli organari. Gli sforzi in tale direzione rischiano   quotidianamente di essere resi vani da un clima di disinformazione e di mistificazione che permea ormai sia l’ambiente accademico come quello ecclesiastico, quando si parla di organi. L’evidente riferimento è al triste fenomeno della diffusione degli organi cosiddetti “virtuali” che troviamo oggi in alcuni Istituti di Alta Formazione Musicale, così come in chiese piccole e grandi e occasionalmente in alcuni teatri (ultimo caso il Concerto di Capodanno dell’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia).

La gravità della situazione che viviamo non ammette posizioni equivoche e siamo convinti che l’Associazione Italiana Organari debba salvaguardare la sua credibilità e promuoverla con vigore se vuole continuare a rappresentare gli interessi degli Organari italiani.

Non si tratta di un problema tutto italiano frutto malato della scarsa importanza che viene attribuita alla cultura musicale nel nostro paese: la prova della dimensione globale di questo problema ci viene, alcuni anni or sono, dalla Società Internazionale dei Costruttori di Organi (ISO), la quale si è dotata di un semplice regolamento che sancisce il divieto, per i suoi associati, di realizzare organi in cui il suono delle canne sia sostituito da quello generato elettronicamente.

Di questo documento e della proposta di dotare anche l’Associazione Italiana Organari di un   regolamento analogo, si era già discusso nel contesto di un’Assemblea dei Soci, senza tuttavia raggiungere un’intesa che consentisse di procedere.

La discussione ha stimolato ulteriormente il dibattito ed il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto opportuno sottoporre nuovamente ai Soci una proposta ancora più forte ed incisiva, volta ad affermare un principio fondamentale: gli Organari italiani, membri dell’AIO, prendono le distanze da qualsiasi forma di surrogato dell’organo autentico.

Sulla scorta di tale principio è stato proposto un regolamento, approvato dalla maggioranza dei Soci, che definisce con chiarezza la posizione dell’Associazione Italiana Organari alla quale tutti i Soci si devono attenere e che, per trasparenza di comunicazione, viene reso pubblico.

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